27/10/10

A Mili S.Pietro (Messina) un gioiello storico da vedere prima che sparisca per sempre

La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno per la realtà delle cose;
il coraggio per cambiarle.
P.Neruda

Mili S.Pietro è un piccolo villaggio incastonato tra le colline ubicato a circa 10 Km dal centro di Messina.
Gli abitanti per distinguerla dai vicini agglomerati di Mili Marina e Mili S.Marco, la chiamano Mili superiore.
Tale frazione è raggiungibile dalla Strada statale 114 che conduce da Messina a Catania, seguendo poi per circa 3 km la Strada Provinciale 38.
Un'alternativa rapida per raggiungere Mili superiore è quella di percorrere la tangenziale di Messina, in direzione di Catania, uscendo allo svincolo di Tremestieri ben raccordato con le autostrade A 18 e A 20.

Poco prima di giungere al centro abitato sul lato della Fiumara, invasa, tranne d'estate, dalle acque del  torrente Mili , sorge un piccolo gioiello storico, seminascosto tra gli aranceti, silenzioso e abbandonato, in attesa che il tempo, l'incuria umana e il fato direbbero gli antichi, intervenga cancellandone per sempre il ricordo.

Certamente non è quello che sperano gli abitanti di Mili Superiore, nè gli appassionati giovani membri delle due associazioni GAL e Ionio, che non certo da oggi, sollecitano autorità locali e nazionali, inviando documentate petizioni e operando campagne stampa al fine di richiamare l'attenzione  su questo sito in serio pericolo di sparizione..
Ormai infatti non bastano gli interventi tampone provvisori e casuali realizzati in passato, ma è indispensabile attivarsi con un progetto organico e definitivo in cui il Fondo Edifici di Culto, gestore del bene, il comune ed il Prefetto di Messina , la Regione, la Curia forse e gli esperti del Mibac, decidano di intervenire magari con un po' di creatività utilizzando ad esempio una piccola percentuale delle tasse lucrate in Sicilia su Lotto, lotterie e derivati. Quel che ci preoccupa tuttavia è che al di fuori delle voci di pchi giovani volenterosi, siano assenti le voci istituzionali, religiose, dei professionisti, dei commercianti, degli studenti e soprattutto degli addetti ai lavori nel campo artistico e culturale.

Quella che vedete in foto è una porzione dell'abbazia basiliana di S. Maria la cui fondazione risale al 1092.
Un sito di notevole valenza turistica, ma soprattutto una memoria storica visibile che ancora ci ricorda gli avvenimenti di oltre mille anni fa.
Ad autorizzarne la fondazione, nello stesso sito dove già esisteva un antico cenobio, fu il conte Ruggero della dinastia dei Normanni che si guardò bene dal distruggere i segni dei precedenti conquistatori.  Le cupolette oggi sbiadite rammentano quelle ancora rosate di S. Giovanni degli Eremiti a Palermo e la dominazione araba che in questa vallata, di recente stravolta da un'alluvione, creò giardini di aranci, gelsomini e quindi anche edifici religiosi per quei colonizzatori che portarono con sé un patrimonio di conoscenze che ancora oggi è possibile scoprire (chi sa più a cosa serviva la saia ?) nei vari manufatti legati alla gestione dell'acqua e all'irrigazione dei giardini. Occorre"Valorizzare" dicono gli addetti ai lavori usando una parola abusata oggi, per trovare occasioni per spendere fondi europei, ma quasi mai a vantaggio dello sviluppo locale e della collettività.
Tornando al passato: in un diploma in lingua latina a conferma dei fatti citati si può leggere che Ruggero "ha edificato il templum S.Mariae Virginis in fluvio nominato Mili e ne ha affidato la guida ad un abate di nome Michele affichè vi costituisca una comunità di monaci ".
Naturalmente al cenobio di S.Maria vennero assegnati vari possedimenti e privilegi come era d'uso durante il periodo Normanno; tali privilegi perdurarono per molti secoli e consentirono all'intera valle, anche in tempi successivi, di prosperare grazie alla presenza di mole per il grano (dal quale deriva forse il toponimo di Mili), giardini di agrumi e laboratori per la produzione della seta.
Tra gli altri avvenimenti riportati in antichi Codici conservati in Vaticano si evince che nel 1364 vi fu sepolto l'egumeno Barnaba, informazione questa che conferma che in quel periodo tale monaco fosse alla guida di una comunità ortodossa di rito bizantino.
Alla fine del XV sec. Pietro di Cardona fu nominato da Ferdinando II, "abate Commendatario di S. Maria", mentre nel 1542 Carlo V assegnò le rendite del monastero all'Ospedale Grande di Messina creato per raggruppare gli altri 15 già esistenti. Tale struttura verrà distrutta dal terremoto del 1908.
L'evento però di maggior interesse risale tuttavia al 1092  data della fondazione dell'Abbazia ma anche data della morte di Giordano, uno dei figli di Ruggero che morto a Siracusa, venne poi sepolto tra queste mura oggi pericolanti che fino ad anni recenti hanno accolto ovini piuttosto che turisti avidi di antiche storie.
Il sepolcro marmoreo con l'epigrafe dedicata allo sfortunato Giordano dovrebbe trovarsi presso i depositi del Museo di Messina. Il reperto non è visibile al pubblico, non essendo considerato un pezzo di rilievo e non comparendo quindi nella descrizione dell'itinerario museale.
Oggi quindi il viaggiatore curioso potrà solo recarsi a Mili superiore per guardare da lontano quelle mura dai cromatismi bizantini  e quelle cupolette arabeggianti ma non potrà avvicinarsi visto che anche i gradini che ne consentivano l'accesso sono ormai dissestati e le erbacce hanno invaso i vari spazi interni.
Il viaggiatore evoluto e curioso avrà trovato sul web una splendida  pubblicazione , frutto della lodevole opera degli esperti redattori dell'ICCD dal titolo" Itinerari Medievali in Sicilia". (vedi link in basso).
Le pagine on line e l'opuscolo scaricabile da internet illustrano doviziosamente siti di sicuro interesse, inclusa l'abbazia S.Maria di Mili, ma che i compilatori non avranno certamente visitato, perché non è quello il loro compito: ma allora perché spendere soldi pubblici (Cipe) per descrivere siti che sono lasciati invece in stato di abbandono dalle stesse autorità che ne dovrebbero promuovere la conoscenza e la conservazione?
Per partecipare alle tante votazioni e quiz in TV si spendono fino a 0,75 cent., se domani una personalità di rilievo chiedesse 1 euro a tutti gli abitanti di Messina e provincia per salvare il sito di S.M aria di Mili, chi si asterrebbe ? Forse pochi se fosse chiaro cosa fare e in quanto tempo farlo e come rendere partecipi tutti i sottoscrittori dell'impiego dei fondi e del risultato finale.
Meglio fare e pentirsi che non fare e pentirsi, diceva Tito Livio.
Un'altra idea, che giriamo alle associazioni locali, potrebbe essere quella di porre una webcam su S.Maria e far vedere al mondo... l'estinzione in diretta del monumento, noi ovviamente preferiremmo assistere alla sua ricostruzione.
Anche un bel video su You tube potrebbe smuovere " qualcosa", prendendo magari in prestito una corda sufficiente per legarsi in 50 intorno alla Chiesa e filmando il tutto, raccontando al mondo di questo sito.
Lo sdegno ormai non serve, per cambiare le cose occorre il coraggio e non di pochi.

autore: Rolando Profita
foto di Bruno Lipari


Ecco un elenco di link per chi volesse approfondire l'argomento:
http://www.panoramio.com/photo/7087046


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